![]() |
![]() |
|
![]() ![]() |
||
![]() |
![]() |
Cosa conterrà di tanto misterioso il plico Fogazzaro che sarà aperto il 7 marzo prossimo? Gli studiosi da noi interpellati minimizzano. Il prof. Luciano Morbiato dell'Università di Padova, impegnato nell'edizione critica de "Il mistero del poeta" e che ha curato il carteggio Fogazzaro-Starbuck, pensa che ci siano documenti inediti che riguardano il modernismo, di cui lo scrittore vicentino fu uno dei più importanti esponenti. Ma il prof. Paolo Marangon, il prof. Giorgio Pullini, il prof. Manlio Pastore Stocchi, non vogliono entrare nella questione e sbilanciarsi in dichiarazioni che potrebbero poi rivelarsi imprudenti. Quest'ultimo pensa che si tratti di documenti privati riguardanti la famiglia Fogazzaro. Il prof. Ermenegildo Reato sostiene che probabilmente si tratta di «documenti interessanti destinati agli studiosi». Altri pensano a un romanzo inedito, altri si augurano di trovare nuovi documenti dell'epistolario dello scrittore con l'istitutrice dei Valmarana, Felicitas Buchner, definita da Emilio Franzina «l'amante segreta e ispiratrice fondamentale dello scrittore», ma, probabilmente, come sembra abbia confidato il marchese Roi a Fernando Bandini, si tratta di semplici documenti riservati di famiglia (l'indiscrezione non ci è stata riferita da Bandini, ma da un suo amico).
IPOTESI SUGGESTIVA
L'ipotesi di Morbiato è suggestiva, ma lascia perplesso il prof. Marangon specialista dei rapporti fra Fogazzaro e il modernismo che ha curato per l'Accademia Olimpica il volume "Fogazzaro e il modernismo". Dei libri del Fogazzaro la critica che, dopo il convegno internazionale del 1992, è attualmente come "un piccolo cantiere a cielo aperto", si è incentrata sull'ultima triade Piccolo mondo moderno, il Santo e Leila. Il Santo fu considerato il manifesto del movimento modernista, fu tradotto in moltissime lingue, compreso il giapponese, ebbe un successo straordinario soprattutto negli Stati Uniti e fu il primo best-seller del Novecento. Agli inizi degli anni Novanta tra gli storici si registrava un ampio consenso nel riconoscere nel romanzo l'elemento di passaggio ovvero l'elemento di continuità tra il cattolicesimo liberale declinante e il nuovo riformismo modernista, ma proprio questa collocazione mediana era all'origine di interpretazioni storiografiche divergenti: c'era chi riteneva che lo scrittore veneto, pur partecipe del travaglio modernista, fosse rimasto sostanzialmente un cattolico liberale, e c'era chi accentuava i tratti specificamente mistici e modernisti della sua spiritualità e c'era chi vedeva il vicentino aderire con entusiasmo sempre rinnovato alle correnti spirituali, bibliche e teologiche del movimento modernista.
UNA LETTERA AI POSTERI